Energie rinnovabili per il Burundi, il solare al centro

Nel contesto rurale del Burundi avere accesso all’energia elettrica è uno dei problemi maggiori che famiglie e imprese si trovano ad affrontare nella vita di tutti i giorni. Questo spiega il debole sviluppo sociale, economico e umano del Paese, con una produzione e distribuzione di energia insufficiente, che copre appena il 9,3% delle zone rurali più isolate. 

Non avere l’elettricità significa dover rinunciare a qualsiasi tipo di elettrodomestico, ma anche solo ad illuminare le case, e a dover ripiegare su altri mezzi di minore qualità e più pericolosi per la salute e l’ambiente. Le famiglie fanno affidamento a metodi alternativi per illuminare e scaldare, come candele e legna da ardere, un costo sia economico che ambientale.

Per rispondere a queste necessità non soddisfatte, il progetto UMUCO W’INTERAMBERE ha l’obiettivo di rafforzare la resilienza della popolazione burundese sfruttando le energie rinnovabili, in questo caso fornendo accesso a quella solare per le famiglie rurali (energia domestica), per le attività agricole e produttive, e per i servizi di base come centri sanitari e scuole che si trovano in aree particolarmente isolate e senza connessione alla rete elettrica nazionale. Il progetto, che LVIA realizza in partenariato con le ong italiane WW-GVC e ICU, si sviluppa su quattro province del Burundi, a Ruyigi, Rutana, Cankuso e Kirundo ed è finanziato dall’Unione Europea.

Energia e sicurezza alimentare

Una delle parti fondamentali del progetto riguarda l’agricoltura, affiancandosi al discorso che LVIA porta avanti da anni sul tema della sicurezza alimentare. Centro nevralgico sono i Centri di Servizi Rurali (CSR), a cui LVIA si affianca per svolgere le sue attività. I CSR sono gruppi di produttori riuniti in cooperative agricole, che forniscono servizi a monte e a valle della produzione e della vendita. Ad esempio, i prodotti grezzi stoccati possono essere trasformati grazie ai macchinari che il progetto fornisce ai CSR, come le decorticatrici solari per il riso o altri macchinari solari per l’essiccazione o la disidratazione di frutta e verdura, resa così disponibile per tutto l’anno. Oltre a ciò, vengono impiegate delle pompe solari per l’irrigazione che garantiscono l’approvvigionamento di acqua anche durante la stagione secca e che permettono la produzione e vendita di ortaggi.

 

Le Boutique Solari e il ruolo delle imprese

Oltre ad aiutare i produttori agricoli nella valorizzazione e vendita dei prodotti agricoli, i CSR svolgono un’altra importante funzione. Attraverso la loro mediazione sono state create 24 Boutique Solari, i cui comitati di gestione sono composti da venti donne.

Qui viene utilizzato un approccio comunitario, in cui il progetto dà in dotazione ai CSR dei kit di energia solare di varie forme e dimensioni, poi distribuiti alle femmes vendeuses, donne venditrici. Questa fase prevede attività di vendita all’ultimo miglio: a partire dalle Boutique, le donne sono responsabili di raggiungere conoscenti, parenti e amici per promuovere l’acquisto dei kit nelle zone dove l’elettricità manca o è estremamente instabile nel corso della giornata. 

Una seconda formula prevede invece la stretta collaborazione in particolare con due imprese del solare burundesi, Socomadi e Renewgen. Protagoniste delle fasi di ricerca attiva dei kit sul mercato internazionale, queste imprese sono anche responsabili della vendita, che avviene sia attraverso le loro reti, che attraverso i CSR, coinvolgendo quindi  le femmes vendeuses delle Boutique Solari per la parte di vendita al dettaglio.

Una femme vendeuses con i kit solari

Quali benefici dal progetto

I benefici apportati dal progetto sono molteplici. Da un lato, la possibilità di far crescere le aziende burundesi del solare e, di conseguenza, il settore nella sua interezza con un conseguente impatto positivo sull’ambiente. 

Avere imprese floride significa creare valore in sé, generare impiego in un settore strategico che dà ritorni positivi a tutte le persone coinvolte. In Burundi, l’energia rappresenta un problema in termini sia di disponibilità che di qualità del servizio dove c’è, e per questo motivo le imprese vengono incentivate a lavorare nelle aree più isolate, mettendo a disposizione prodotti solari di qualità garantita.

Abbiamo ricevuto riscontri estremamente positivi dalle persone che avevano comprato i kit ad energia solare: dal poter caricare il cellulare a casa, alla possibilità per i bambini di studiare anche dopo il calar del sole. I bambini che abitano in prossimità si riuniscono la sera a leggere e studiare nelle case dove c’è questa fonte di energia. Anche in termini di sicurezza ci sono molteplici benefici. Si riduce il pericolo di incendio causato dal’accensione di fuochi e, con la luce, non entrano più animali pericolosi nelle case. Delle piccole ma grandi cose che migliorano considerevolmente la qualità della vita di queste comunità.

Andrea Bessone e Valentina Morini, Responsabile Paese in Burundi per LVIA, durante una riunione ad aprile